Luccio un kg, tinca un kg, coregone un kg, anguilla 300 g, scàrdola 300 g, pesce persico 300 g, polpa di pomodoro 300 g, una patata a persona, cipolla, aglio, mentuccia (nepetella), prezzemolo (facoltativo), peperoncino, olio extravergine di oliva, sale, pane casereccio raffermo, vino rosso o bianco (a piacere).
Questa zuppa, in uso a Viterbo e nel circondario, a differenza delle precedenti viene preparata con i fagioli freschi, appena sgranati, chiamati “gialloni”, e con l’aggiunta delle cosiddette “erbarelle”. In un tegame, con mezzo bicchiere di olio di oliva, si fanno soffriggere tre spicchi di aglio, che vanno gettati via appena imbionditi, con mezzo peperoncino, poi si aggiungono le erbarelle lavate e tagliate a pezzi e qualche cucchiaio di passata di pomodoro. Quando le erbarelle si saranno insaporite si versano nella pentola dove sono stati messi a cuocere i gialloni e si prosegue cercando di conservare una certa quantità di liquido sufficiente per bagnare il pane. Si lascia riposare la zuppa per qualche minuto e si serve calda. Al posto dei gialloni si possono usare i fagioli (3 scatole per 4 persone).