Fin dal paleolitico superiore la zona fu scelta, per le sue favorevoli condizioni, da popolazioni autoctone, ma solo con i Falisci raggiunse il periodo più fiorente. Le rivalità e le alleanze con gli Etruschi contro Roma causarono, nel III secolo a. C., la loro sconfitta e la sottomissione ai Romani, che distrussero Falerii Veteres costringendo i superstiti a trasferirsi dentro la cinta di Falerii Novi. Ancora oggi si vedono le possenti mura perimetrali, lunghe oltre due chilometri, che con le 50 torri d'avvistamento proteggevano l'abitato. Nel 1093 d. C., secondo il Chronicon Farfense II, il "Fundo Fabricae" fu donato da Ildebrando di Odelerio al Monastero di Farfa, ma già nell'Alto Medioevo faceva sicuramente parte dei possedimenti papali, difesi dai prefetti di Roma che, ad iniziare dalla potente famiglia De Vico, dominarono il patrimonio di S. Pietro nel viterbese, anche se sovente in lotta con il papato e con Roma a favore dell'Impero. Nel 1536 il castello di Fabrica fu ceduto in enfiteusi ai Della Rovere, ma già nel 1539, per decisione del papa Paolo III Farnese, passò alla famiglia di quest'ultimo, che ne rimase proprietaria fino al 1649. Numerosi edifici interessanti si trovano all'interno del centro storico: il Palazzo dei prefetti De Vico (XIII secolo), con gli stemmi delle corporazioni; il palazzotto costruito dai Della Rovere nel XVI secolo; la Collegiata di S. Silvestro Papa (XII-XIV secolo); il Castello (XIII secolo), che passò dai De Vico agli Orsini, ai Della Rovere ed ai Farnese, che verso la fine del '500 fecero costruire l'imponente torre.