Situata sul confine con la Toscana, si distingue per la ricchezza di reperti storico-archeologici etruschi. Notevoli ritrovamenti testimoniano della presenza di insediamenti preistorici lungo le sponde del fiume Fiora. Pregevole il centro storico che, sfuggito agli interventi di recupero che hanno alterato altrove molti piccoli centri, deve il suo assetto urbanistico ed architettonico all'alacre opera di ristrutturazione messa in atto dai Farnese durante la loro egemonia. Impareggiabile, a tal proposito, la collaborazione di Antonio Sangallo il Giovane grazie al quale vennero realizzati molti monumenti rinascimentali pertinenti al Ducato di Castro. Contrariamente a quanto avvenne in altri centri del Ducato di Castro, Ischia mal sopportò il governo dei Farnese e spesso provò a ribellarsi alla loro egemonia, nonostante le numerose migliorie che nel tempo venivano apportate al centro abitato. La piazza principale, totalmente pavimentata, rappresentava per l'epoca una grande evoluzione architettonica e culturale. Con la morte di Pier Luigi Farnese il Ducato patì una lenta decadenza. I Farnese riuscirono a tenere Castro fino al 1649, anno in cui Innocenzo X, a seguito dell'uccisione del nuovo vescovo di Castro, inviò un potente esercito ed ordinò la distruzione del Ducato. Il museo “Pietro e Turiddo Lotti” conserva invece una rarissima raccolta di materiale proveniente dalla villa Romana della Selvicciola oltre ad affreschi staccati del XII secolo.