Indici della Rassegna
Titolo
BUONI PASTO E DANNO ERARIALE
Abstract
Riferimenti Giurisprudenziali:
- Corte dei Conti Sent. 1521/2008
Riferimenti normativi:
- D. P. C. M. 18/11/2005
Testo
Lâomessa vigilanza sulla corretta distribuzione dei buoni pasto al personale è causa di danno erariale.
Lâerogazione del buono pasto, quale servizio di assistenza che il datore di lavoro garantisce ai propri dipendenti in funzione alternativa al servizio mensa, trova regolamentazione nel D. P. C .M. 05/06/1997, modificato con il D. P. C. M. 18/11/2005.
La disciplina così introdotta stabilisce in modo chiaro quale sono le condizioni per poter usufruire del buono pasto; in particolare lâart. 2 del summenzionato Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri riconosce il diritto al buono pasto ai dipendenti che svolgono la propria attività lavorativa con orario settimanale articolato in cinque giorni con conseguente erogazione del buono pasto per la singola giornata lavorativa nella quale il dipendente protrae lâattività nelle ore pomeridiane, con lâeffettuazione della pausa, o nella giornata in cui il lavoratore effettua, immediatamente dopo lâorario e la pausa, almeno tre ore di lavoro straordinario.
Sulla scorta di tale disciplina, i vari Enti potranno introdurre delle modifiche, per adeguare la propria regolamentazione alle esigenze dei dipendenti, e così, tra gli altri, una circolare del Ministero della Giustizia, stabilisce, che il proprio personale, ha diritto, oltre a quanto previsto dalla normativa nazionale, ad un ulteriore buono pasto nei giorni di recupero della giornata per la quale non è compiuto servizio lavorativo a condizione che il lavoratore svolga attività per almeno 9 ore con trenta minuti di intervallo minimo.
Lâinderogabilità e la chiarezza della normativa impone in capo allâAmministrazione Pubblica un controllo sulla erogazione dei buoni pasto che non possono essere attribuiti in modo indiscriminato per ogni giorno lavorativo e senza rispettare la pausa pranzo.
Lâassenza di qualsiasi controllo e vigilanza ad opera del personale preposto implica una condotta violativa, con conseguente danno economico per lâamministrazione pubblica in seguito al maggior esborso sostenuto.
Tale condotta è ancor più lesiva quando tra i trasgressori vi siano anche coloro che erano tenuti alla verifica delle regole.
In conseguenza di tale comportamento antigiuridico, lâEnte Locale subisce un danno per ogni buono pasto illegittimamente erogato.
La Corte dei Conti, sulla scorta del ragionamento prospettato, ha ritenuto gli autori, responsabili dellâillecito e li ha condannati al pagamento della somma quantificata nel valore dei buoni pasto indebitamente ottenuti.
Autore
Dott. Grasselli Stefano
Data
lunedì 15 settembre 2008
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