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Indici della Rassegna

Titolo
COSTRUZIONE CHE INCIDE SUL REGIME DELLE ACQUE PUBBLICHE: GIURISDIZIONE
Argomento
Edilizia e urbanistica
Abstract
Riferimento Giurisprudenza: - Corte di Cassazione, Sez. Un., sent. 17 aprile 2009 n. 9149
Testo
Una società aveva chiesto al Comune la concessione per costruire un edificio abitativo nelle adiacenze del fiume. L'Ufficio del Genio civile, richiesto del relativo nulla osta, aveva dato parere negativo e il Comune aveva respinto la richiesta.
La società aveva impugnato il provvedimento relativo ed anche il predetto parere, di fronte al TAR che aveva accolto il ricorso. Il Consiglio di Stato, adito a seguito di appello del Comune, aveva annullato senza rinvio la predetta sentenza del TAR, dichiarando il proprio difetto di giurisdizione a favore del TSAP, ai sensi del R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, art. 143.
Aveva osservato il Consiglio di Stato, a sostegno della decisione assunta, che l'eventuale rilascio della concessione e la realizzazione del progetto erano in grado di incidere sul regime delle acque pubbliche; tanto era sufficiente per affermare la giurisdizione del TSAP in relazione al giudizio in corso, stante che la giurisdizione si determina in base agli elementi allegati e non ancora accertati.
Avverso tale sentenza ricorre la Società con un unico complesso motivo, chiedendo l'annullamento della decisione impugnata e la declaratoria della giurisdizione del giudice amministrativo, formulando il seguente quesito di diritto: "dica la Corte se il provvedimento di diniego di permesso di costruire del comune, avente ad oggetto un edificio residenziale in zona urbanizzata, non avente quindi alcuna incidenza diretta, immediata e concreta nel regime delle acque pubbliche, e rispetto al quale non ricorrono, oggettivamente, le ragioni del diniego prospettate nella motivazione dell'atto, sia soggetto alla cognizione del giudice amministrativo e non del TSAP".

Nell'unico motivo del ricorso si lamenta violazione del R.D. n. 1775 del 1933, art. 143, lett. a), dell'art. 111 Cost., dell'art. 362 c.p.c., e della L. 6 dicembre 1971, n. 1034, art. 36; in buona sostanza, ci si duole che malgrado gli elementi di fatto relativi alla natura del terreno su cui avrebbe dovuto sorgere l'edificio per cui si chiedeva la concessione, edificio residenziale da realizzare in area non ricadente nè in alveo, nè in fascia di rispetto da argini, ma ricompresa invece in ambito totalmente urbanizzato, non fossero tali da comportare una incidenza diretta sul regime delle acque pubbliche, pure si era ritenuto sussistere quell'incidenza diretta sul regime delle acque che era considerato linea di discrimine tra la cognizione del TSAP e quella del giudice amministrativo.
Non può essere considerato irrilevante che le motivazioni poste a base dei provvedimenti impugnati evidenziavano che sussiste rischio di piena nella zona, con conseguenti allagamenti e che pertanto l'area in cui il progettato edificio avrebbe dovuto sorgere era da considerare esondabile.
Del resto, il Comune aveva chiesto il parere del genio civile proprio per integrare le considerazioni tecniche con quelle aventi riguardo al regime delle acque ivi presenti, onde pervenire ad un compiuto esame della situazione.
Va considerato altresì che la giurisdizione del TSAP si estende a quegli atti e provvedimenti che, ancorchè emanati da autorità non specificamente preposte alla tutela delle acque pubbliche, abbiano tuttavia nel regime di queste ultime, un'incidenza immediata e diretta;
Ciò posto, risultando incontestato che le ragioni del diniego del Comune al rilascio della concessione edilizia richiesta risiedono nella incompatibilità della progettata costruzione con il regime delle acque, ne consegue che deve trovare il principio di diritto secondo cui sono devoluti alla cognizione del TSAP anche i provvedimenti amministrativi che, pur non costituendo esercizio di un potere non propriamente attinente alla suddetta materia, riguardino comunque la adeguata utilizzazione del demanio idrico, incidendo in maniera diretta ed immediata sul regime delle acque pubbliche, estremo che deve ritenersi sussistente in caso di diniego di concessione alla costruzione di un fabbricato in zona di esondazione, anche potenziale.
Autore
Dott.ssa Mart Dolfi
Data
venerdì 15 maggio 2009
 
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