Testo
SINTESI E SEGNALAZIONI
PROVVEDIMENTI DELLA SOPRINTENDENZA PER I BENI AMBIENTALI E ARCHITETTONICI
Riferimenti Giurisprudenza:
- Consiglio di Stato, Sez. VI, sent. 17 maggio 2010 n. 3055
Eâ illegittimo il provvedimento con il quale la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici ha ordinato al legale rappresentante di una società che gestisce un immobile sottoposto a tutela ai sensi della legge n. 1089 del 1939 (nella specie si trattava di "Villa Belvedere" di Napoli) di rimuovere tutti gli ombrelloni multipli collocati sul terrazzo - con precipua funzione ombreggiante - nel caso in cui la P.A. abbia omesso di valutare lâeffettiva incompatibilità degli ombrelloni posti sul predetto terrazzo, con le esigenze di decoro dellâimmobile insite nel suo regime vincolistico, ed il fatto che, presso lo stesso immobile, è svolta unâattività funzionale ad organizzare cerimonie che comportano un notevole afflusso di persone; in tal caso, infatti, il provvedimento di rimozione deve ritenersi viziato da difetto di istruttoria e di motivazione, sussistendo lâesigenza di una più approfondita e motivata istruttoria circa i presupposti giustificativi della rimozione degli ombrelloni stessi, che si rivelano delle strutture facilmente amovibili e sicuramente non assimilabili alle opere edilizie.
LEGITTIMA IL RINNOVO DEL CONTRATTO SE ESPRESSO
Riferimenti Giurisprudenziali:
- Consiglio di Stato, sez. V, Sent. 14 maggio 2010 n. 3019
La nullità del contratto non può essere dichiarata e non si configura se la proroga o il rinnovo siano stati espressamente e manifestamente voluti e dichiarati.
La finalità di della norma era riposta nellâesigenza che non si pervenisse a rinnovo in assenza di una scelta consapevole e, quindi , il divieto era ed è riferito solo alle ipotesi di ârinnovo tacitoâ e non a quello espresso.
Parimentio era possibile le proroga che è nuovo rapporto giuridico frutto della piena autonomia negoziale delle parti
SEGNALAZIONI IN MATERIA DI ESPROPRI
LA MANCATA INDICAZIONE DELLâACCETTAZIONE O RIFIUTO INDENNITAâ NON INFICIA IL DECRETO DI ESPROPRIO
Riferimenti Giurisprudenziali:
- TAR Calabria, Sez. I Catanzaro, sent. 15 aprile 2010 n. 468
Sintesi:
La mancata indicazione dellâaccettazione o del deposito dellâindennità non può avere alcun riflesso sulla legittimità del decreto di esproprio.
Tale circostanza, infatti, non è in grado di incidere in alcun modo sullâinteresse dellâespropriato e determina al più una mera irregolarità del provvedimento e non illegittimità dello stesso.
IL VANTAGGIO DERIVANTE DALLA REALIZZAZIONE DELLâOPERA Eâ DETRAIBILE DALLâINDENNITAâ SOLO SE SPECIALE
Riferimenti Giurisprudenziali:
- Corte di Cassazione, Sez. I, sent. 3 marzo 2010 n. 5171
Sintesi:
La Legge 25 giugno 1865, n. 2359, art. 41 consente la detrazione, dalla somma liquidata per lâindennità di espropriazione, del vantaggio che dallâesecuzione dellâopera di pubblica utilità possa derivare alla parte residua del fondo espropriato, purché tuttavia tale vantaggio presenti il duplice requisito della specialità e dellâimmediatezza e non si risolva, cioè, nel vantaggio generico e comune che tutti gli immobili ubicati nella zona ottengono per effetto dellâopera.
Il vantaggio arrecato allâespropriato dallâopera pubblica â destinata a migliorare la viabilità della zona â realizzata attraverso lâespropriazione, coincidente con quello generale al quale lâespropriazione era preordinata, esula dallâarea di applicazione di cui allâart. 41 della legge n. 2359/1865.
LA SPETTANZA DELLâINDENNITAâ IN CASO DI REITERAZIONE DEL VINCOLO ESPROPRITIVO NON ATTIENE AL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E LA CONTROVERSIA SULLA DETERMINAZIONE Eâ DEFERITA AL GIUDICE ORDINARIO
Riferimenti Giurisprudenziali:
- Consiglio di Stato, Sez. IV, Sent. 2 febbraio 2010 n. 2627
Sintesi:
Come affermato dallâAdunanza Plenaria del Consiglio di Stato (n. 7 del 24 maggio 2007), il principio della spettanza di un indennizzo al proprietario nel caso di reiterazione (o, il che è lo stesso, di tempestiva proroga) del vincolo preordinato allâesproprio (introdotto nellâordinamento con la sentenza della Corte costituzionale n. 179 del 1999) non rileva per la verifica della legittimità dei provvedimenti di primo grado, che hanno disposto lâapprovazione dello strumento urbanistico con la conseguente reiterazione (e/o tempestiva proroga) del vincolo.
I profili attinenti alla spettanza o meno dellâindennizzo e al suo pagamento non attengono, infatti, alla legittimità del procedimento, ma riguardano questioni di carattere patrimoniale (che presuppongono la conclusione del procedimenti di pianificazione), devolute alla cognizione della giurisdizione civile.
Tale principio â già desumibile da preesistente quadro normativo â è stato esplicitato dallâart. 39, comma 1, del T.U. sugli espropri (approvato con il DPR 327/2001), il quale ha previsto che, a seguito di reiterazione, il proprietario possa attivare un procedimento amministrativo nel corso del quale egli ha lâonere di provare âlâentità del danno effettivamente prodottoâ, quale presupposto processuale necessario per poter agire innanzi alla corte dâappello.
Nel quadro normativo vigente, quindi, continua a sussistere il principio per il quale gli atti dei procedimenti di adozione e di approvazione di uno strumento urbanistico, contenente un vincolo preordinato allâesproprio, non devono prevedere la spettanza di un indennizzo.