Testo
SINTESI E SEGNALAZIONI
CONCESSIONE SERVIZI E COMPETENZA DEL CONSIGLIO
Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Calabria, Catanzaro, Sez. I, Sentenza 29 luglio 2010 n. 2020.
Concessione servizi e competenza del consiglio
Eâ illegittimo, perché viziato da incompetenza, lâatto con cui il Sindaco ha espresso la volontà di disdettare la concessione del servizio di illuminazione votiva del cimitero comunale. Detta materia, ai sensi della disposizione dellâart. 42 del d.lgs. n. 267 del 2000 è riserva alla competenza esclusiva del Consiglio comunale per appartenere ad detto organo collegiale l'adozione dei provvedimenti in materia di organizzazione dei pubblici servizi, e la concessione dei pubblici servizi. Invero, si tratta di funzioni rientranti nel novero dei poteri di indirizzo e controllo politico-amministrativo, che la legge attribuisce espressamente all'organo consiliare.
ILLEGITTIMO IL PAGAMENTO DI PEDAGGIO SE NON SI UTILIZZA IL BENE
Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Lazio, Roma, Sez. I, Ordinanza 29 luglio 2010 n. 3545.
Il pagamento del pedaggio autostradale previsto dal decreto legge 78/2010 deve assumere il carattere di corrispettivo per lâutilizzo di una infrastruttura, e non quello di misura fiscale. Non è dovuto il pagamento del pedaggio in relazione ad uno svincolo stradale non necessario e non interessato dalla fruizione dellâinfrastruttura, non consentendosi il concretizzarsi della condizione, da porsi a base del rapporto sinallagmatico.
Ogni ente esponenziale degli interessi perseguiti e rappresentati e riferibili alla collettività dei residenti nel proprio territorio può agire in giudizio per la tutela degli interessi lesi da atti amministrativi che danneggiano la popolazione residente.
ANNULLAMENTO DELLâATTO E RISARCIMENTO DANNI
Riferimento Giurisprudenziale:
- Consiglio di Stato, Sez. V, Sentenza 13 luglio 2010 n. 4522.
Eâ ammissibile, ma infondata nel merito, la domanda di risarcimento danni non preceduta dall'annullamento dell'atto asseritamente illegittimo.
Lâomessa impugnazione consente allâatto di produrre effetti rimanendo in essere e dettando la regola del caso concreto, autorizzando la produzione dei relativi effetti ed imponendone l'osservanza ai consociati.
Il danno possa non può essere considerato ingiusto od illecita la condotta tenuta dall'Amministrazione in esecuzione dell'atto non gravato .
Ma lâeventuale illegittimità , laddove richiesta ed accertata non è elemento sufficiente a rendere accoglibile lâistanza risarcitoria. Il riferito accertamento âPur costituendo presupposto necessario dellâaccoglimento della domanda risarcitoria, non è però elemento sufficiente, dovendo concorrere con lâillegittimità dellâatto, altre circostanze, quali la prova del danno, il nesso di causalità tra il fatto e il danno, nonché lâelemento soggettivo rappresentato dal dolo o dalla colpa dellâAmministrazioneâ
Se tra lâatto amministrativo ipoteticamente pregiudizievole e lâeffetto lesivo concretamente denunciato, si è interposto un comportamento acquiescente dellâinteressata si è di fatto concretizzata una soluzione di continuità nel rapporto di causa-effetto (venendo meno il necessario collegamento tra il fatto causativo del danno al il danno causato).
Per la verifica del nesso di causalità in sede di responsabilità civile per atto illegittimo dellâAmministrazione, la giurisprudenza amministrativa ha sempre fatto riferimento allâart. 41, capoverso, del codice penale, dal quale desume il principio applicabile anche in materia civile secondo cui viene meno il rapporto di causalità con il verificarsi di fatti e comportamenti che, pur non indipendenti dalla condotta del soggetto pubblico responsabile tali da determinare il fattore interruttivo della catena causale, in grado, cioè, di deviare lo sviluppo normale di quest'ultima (Cons. St., Sez. V, 8 marzo 2006 n. 1228).
CONCORSO â RISERVE DI POSTI
Riferimento Giurisprudenziale:
- Consiglio di Stato, Sentenza 27 luglio 2010 n. 4884.
La L. 68/1999 riconosce come requisito per il diritto alla riserva dei posti a favore del disabile disoccupato, oltre che il particolare stato di salute certificato, anche quello di disoccupazione il quale deve sussistere al momento della scadenza del termine per la presentazione della domanda concorsuale.
Il concorrente matura il diritto allâassunzione una volta partecipato al concorso con esito positivo pur se non versi più, successivamente alla domanda, nello stato dichiarato ed accertato.
Il requisito richiesto dalla normativa deve quindi sussistere solo in un momento ben preciso; le successive modifiche del presupposto non incidono sulla posizione maturata tenendo conto, altresì, della circostanza che non si può costringere una persona a rimanere nella condizione di disoccupato, per conservare il diritto enunciato, sino alla conclusione del procedura concorsuale in considerazione delle possibili lungaggini per lâespletamento dellâintero procedimento.
SEGNALAZIONI IN MATERIA DI ESPROPRI
IMPUGNAZIONE DEGLI ATTI DELLA PROCEDURA ESPROPRIATIVA: LEGITTIMAZIONE
Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Lazio, Roma, Sez. II bis, Sentenza 29 luglio 2010 n. 29121.
Nell'ambito dei soggetti legittimati ad impugnare gli atti di una procedura espropriativa, è compreso anche il livellario, in quanto il livello costituisce un diritto sul fondo, i cui contenuti sono assimilabili a quello d'enfiteusi, e il livellario è titolare di una posizione differenziata e qualificata, ed ha quindi interesse ad impugnare i provvedimenti facenti parte del procedimento di espropriazione di unâarea in suo possesso.
POTERI ESPROPRIATIVI SUGLI IMMOBILI SOGGETTI A VINCOLO STORICO ARTISTICO
Riferimenti Giurisprudenza:
- Consiglio di Stato, Sez. VI, Sentenza 27 luglio 2010 n. 4890.
Anche se, in materia di immobili storici ed artistici, gli artt. 91 e seguenti D.Lgs. n. 490 del 1999 attribuiscono al Ministero poteri incidenti sulla proprietà privata per ragioni inerenti alla funzione alla quale il Ministero stesso è deputato, ossia per ragioni di tutela e/o di valorizzazione del bene vincolato, deve tuttavia ritenersi che nei confronti dei beni vincolati lâEnte comunale conservi gli ordinari poteri espropriativi, dovendo unicamente acquisire il nulla-osta della Soprintendenza prima del loro concreto esercizio