Via Saffi, 49 01100 VITERBO     |     provinciavt@legalmail.it     |     0761 3131

Indici della Rassegna

Titolo
.
Argomento
Notizie in breve
Abstract
.
Testo
SINTESI E SEGNALAZIONI

SEGRETARI
Riferimenti Giurisprudenza:
- Commissione Trasparenza Pubbliche Amministrazioni.

I segretari comunali ed i direttori generali non possono far parte dell’organismo indipendente di valutazione il quale ha il compito di esprimere giudizi sull’attività delle singole pubbliche amministrazioni.
La Commissione indipendente per la valutazione e l’integrità delle pubbliche amministrazioni ritiene infatti che i suddetti lavoratori essendo anch’ essi soggetti alla valutazione non possono far parte dell’organo medesimo; la loro presenza determinerebbe infatti un evidente conflitto di interessi.
L’esclusione dalla partecipazione alla commissione è altresì giustificata dalla circostanza che i componenti debbono essere in posizione di completa autonomia dall’organo politico – amministrativo ciò che è precluso ai segretari e direttori generali i quali sono di diretta nomina politica.
In ultima analisi, la loro mancata partecipazione è ulteriormente basata sulla circostanza che l’organismo indipendente non solo effettua la valutazione, ma definisce il metodo e pertanto non può vedere tra i loro componenti soggetti passivi.

CESSAZIONE DELLA MATERIA DEL CONTENDERE E SOPRAVVENUTA CARENZA DI INTERESSE

Riferimenti Giurisprudenza:
- Consiglio di Stato, Sez. IV, Sentenza 3 dicembre 2010 n. 8532.

La cessazione della materia del contendere (che è direttamente regolamentata dal legislatore con la norma di cui all’art. 23 comma 7 della legge 1034 del 1971 ed ora inserita nell’art. 34 comma 5 del Codice del processo amministrativo), è accomunata a quella limitrofa della sopravvenuta carenza di interesse, di stretta elaborazione giurisprudenziale, per la disciplina, che determina in entrambi i casi l’improcedibilità del ricorso, e per la tipologia di fatto di origine, che è sempre un ulteriore provvedimento della pubblica amministrazione che interviene nel rapporto in contestazione. Tuttavia le due figure si differenziano tra loro nettamente per la diversa soddisfazione dell’interesse leso. La sopravvenuta carenza di interesse, infatti, opera solo quando il nuovo provvedimento non soddisfa integralmente il ricorrente, determinando una nuova valutazione dell’assetto del rapporto tra la pubblica amministrazione e l’amministrato; al contrario, la cessazione della materia del contendere si determina quando l’operato successivo della parte pubblica si rivela integralmente satisfattivo dell’interesse azionato
ORDINANZA CON LA QUALE SI INGIUNGE LA BONIFICA DI UN’AREA
Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Puglia, Lecce, Sez. I, Ordinanza 1 dicembre 2010 n. 935.
Appare illegittima una ordinanza ex art. 244 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, emessa dalla Provincia, con la quale, in considerazione dell’accertata contaminazione della falda sottostante ad una cava dimessa da tempo, è stato ordinato alla società proprietaria di realizzare i necessari interventi di bonifica del sito, nel caso in cui, a seguito dell’istruttoria, non sia possibile desumere una situazione di sicura imputabilità dell’inquinamento alla società intimata; infatti, presupposto necessario per la legittima adozione di una ordinanza ex art 244 del D. Lgs. n. 152 del 2006 è la preventiva ed esatta identificazione del responsabile della potenziale contaminazione.

RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE:
PRESUPPOSTI E CONDIZIONI

Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Campania, Napoli, Sez. II, Sentenza 6 dicembre 2010 n. 26817.
La necessaria distinzione tra gli aspetti civilistici e quelli pubblicistici dell'attività edificatoria non impedisce di rilevare la presenza di significativi punti di contatto tra i due diversi profili. In particolare non è seriamente contestabile che nel procedimento di rilascio dei titoli edilizi l'amministrazione abbia il potere ed il dovere di verificare l'esistenza, in capo al richiedente, di un idoneo titolo di godimento sull'immobile, interessato dal progetto di trasformazione urbanistica, trattandosi di un’attività istruttoria che non è diretta, in via principale, a risolvere i conflitti di interesse tra le parti private in ordine all'assetto proprietario degli immobili interessati, ma che risulta finalizzata, più semplicemente, ad accertare il requisito della legittimazione del richiedente.
Tuttavia, nel caso di opere che vadano ad incidere sul diritto di altri comproprietari, è legittimo che la P.A., in sede di rilascio del titolo autorizzativo, esiga il consenso degli stessi (che può essere manifestato anche per fatti concludenti).

MODIFICAZIONI DELLA R.T.I. DOPO LA PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE
Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Campania, Salerno, Sez. I, Ordinanza 3 dicembre 2010 n. 1114.

Appare legittimo il provvedimento con il quale la stazione appaltante ha revocato l’aggiudicazione di una gara pubblica ad un raggruppamento temporaneo di imprese, motivato con riferimento al fatto che, successivamente alla presentazione dell’offerta, è intervenuta una modificazione della composizione del medesimo raggruppamento; infatti l’art. 37, comma 9, del d.lgs. n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici) vieta espressamente qualsiasi modificazione della composizione dei raggruppamenti temporanei, rispetto a quella risultate dall’impegno presentato in sede di offerta.

CLAUSOLA CHE CONDIZIONA LA PARTECIPAZIONE ALLA PREVENTIVA RINUNCIA, DA PARTE DEI CONCORRENTI, AD OGNI FORMA DI TUTELA GIURISDIZIONALE SULLE CLAUSOLE DEL DISCIPLINARE
Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Lazio, Roma, Sez. I, Sentenza 1 dicembre 2010 n. 34864.
La partecipazione ad una gara pubblica non può essere condizionata alla preventiva rinuncia, da parte dei concorrenti, ad ogni forma di tutela giurisdizionale sulle clausole del disciplinare, per cui, se, da una parte, la dichiarazione di accettazione senza condizioni e riserve delle disposizioni contenute nel disciplinare ha sicuramente l’effetto di vincolare il concorrente all’osservanza delle clausole che regolamentano lo svolgimento della gara, dall’altra, non può tuttavia estendere i propri effetti sino a rendere impossibile la tutela giurisdizionale avverso le stesse clausole del disciplinare, effetto che, peraltro, si porrebbe in contrasto con l’art. 24 Cost.

SEGNALAZIONI IN MATERIA DI ESPROPRI

RISARCIMENTO EX ART. 2043 C.C.

Riferimenti Giurisprudenza:
- CGA Sicilia, Decisione n. 1398 del 2010.

La mancanza del decreto di esproprio, scaduti i termini dell'occupazione legittima del bene nel frattempo trasformato, integra violazione di un canone di condotta agevolmente percepibile, nella portata vincolante, da parte dell'amministrazione stessa, tale per cui sussiste il requisito della colpevolezza a carico della p. a. convenuta in un giudizio risarcitorio ex art. 2043 Cod.civ., riconducibile nell'ambito della colpa derivante dalla negligenza procedimentale.


IMPIANTI ELETTRICI E STRUMENTI URBANISTICI

Riferimenti Giurisprudenza:
- Consiglio di Stato, Sez. IV, Sentenza n. 8023 del 2010.

Anche in materia di impianti elettrici trova applicazione la regola non della separatezza e dell'autonomia, ma quella di correlazione e connessione tra strumenti urbanistici e localizzazione di singoli impianti di interesse generale, in base al quale questi ultimi debbono normalmente ubicarsi in conformità alle previsioni urbanistiche di piano.

VINCOLI URBANISTICI ED EDIFICABILITÀ

Riferimenti Giurisprudenza:
- Tar Puglia, Lecce, Sez. I, Sentenza 2673 del 2010.

La destinazione dell'area quale "verde agricolo speciale" ove sulla base della disciplina dello strumento urbanistico siano ammesse utilizzazioni privatistiche (quali nel caso di specie l'installazione di distributori di benzina e di chioschi), configura un vincolo di destinazione a carattere conformativo, e non espropriativo, proprio perché la qualificazione in esame non comporta lo svuotamento del diritto di proprietà.


INTERESSI E RIVALUTAZIONE NELL’ESPROPRIAZIONE

Riferimenti Giurisprudenza:
- CGA Sicilia, Sentenza n. 1386 del 2010.

Il debito risarcitorio, derivante dall'irreversibile trasformazione, è debito di valore indirizzato a reintegrare in pieno e attualmente il patrimonio leso e la rivalutazione assolve a tale esigenza, in quanto connessa al deprezzamento della moneta fra la data nella quale si è verificata la sostanziale espoliazione del bene e quello nel quale il credito è diventato liquido ed esigibile per effetto della pronuncia giurisdizionale passata in giudicato.


Autore
Data
mercoledì 15 dicembre 2010
 
Valuta questa Pagina
stampa