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Indici della Rassegna

Titolo
ESPOSIZIONE DEL SS. CROCIFISSO NELLE SCUOLE E NEGLI UFFICI PUBBLICI IN ITALIA
Argomento
Enti locali
Abstract
Riferimenti Giurisprudenziali : - CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO - sentenza 18 marzo 2011.
Testo
Il Crocifisso, emblema della cristianità, non è soltanto il simbolo di Gesù Cristo messo in croce ma è fondamento della fede di oltre un miliardo di cristiani ed anche valenza simbolica condivisa da molti non credenti. Per questo valore simbolico universale il Crocifisso viene esposto in molti luoghi pubblici frequentati anche da non cristiani.
E' lecito esporre questa immagine in un'aula scolastica, in un tribunale o in un ufficio pubblico, o questa scelta può offendere la coscienza del non credente o dell'appartenente ad una confessione religiosa diversa? E quali sono le disposizioni normative che attualmente ne regolano l'esposizione? L'obbligo di esposizione contraddice la “laicità dello Stato”? E a che tipo di simbologia deve essere ascritto il crocifisso: identità religiosa e/o culturale? Ed in ogni caso, in una società multireligiosa è opportuno prevederne l'esposizione? Tutti interrogativi non nuovi per gli studiosi del diritto ecclesiastico.
La presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni". E' quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo (sentenza del 3 novembre 2009) su istanza presentata da una cittadina italiana.
Contro tale sentenza si era opposto il governo italiano, che aveva anche ricevuto il sostegno di altri dieci Paesi. Ora la Corte di Strasburgo per i diritti dell'uomo, nella sentenza definitiva di Grande Camera pronunciata il 18 marzo 2011, ha dato ragione all'Italia. La nuova sentenza è stata adottata con l'ampia maggioranza di 15 voti favorevoli e due contrari.
Nella motivazione la Corte, nel decidere di mantenere il crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche frequentate dai bambini, ha affermato che, se è vero che il crocifisso è prima di tutto un simbolo religioso, non sussistono tuttavia nella fattispecie elementi attestanti l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo di questa natura sulle mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni e che le autorità hanno agito nei limiti e nel quadro di cui dispone l'Italia prevedendo l'obbligo di rispettare il diritto dei genitori di assicurare la formazione secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche. La Corte ritiene inoltre che gli effetti della grande visibilità che la presenza del crocifisso attribuisce al cristianesimo nell’ambiente scolastico debbono essere ridimensionati in quanto tale presenza non è associata a un insegnamento obbligatorio del cristianesimo. Quella presa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo è una decisione che ha una grande rilevanza per l'Italia stessa, ma anche per gli altri Paesi europei dove, certamente, avrà riflessi per ciò che riguarda l'esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici. Tutte motivazioni gradite ai ricorrenti, un po’ meno, forse, alla comunità cristiana che vede questo grande simbolo religioso universale privato della sua specifica ed incontrovertibile autenticità religiosa.
a cura del Geom. Renzo Graziotti

Autore
Data
giovedì 31 marzo 2011
 
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