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Titolo
L'ordine di rimozione dei rifiuti depositati sul terreno non può essere rivolto al proprietario in quanto tale
Abstract
(Consiglio di Stato, sentenza febbraio 2005)
Testo
La Normativa
L'art. 9 del D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, nei primi due commi dispone: "E' vietato l'abbandono, lo scarico o il deposito incontrollato dei rifiuti in aree pubbliche e private soggette ad uso pubblico" e "in caso di inadempienza, il Sindaco, allorchè sussistano motivi sanitari, igienici od ambientali, dispone con ordinanza, previa fissazione di un termine per provvedere, lo sgombro di dette aree in danno dei soggetti obbligati".
Detta disciplina è stata sostituita dall'art. 14 del D.Lgs. 5 fe
bbraio 1997, n. 22 nel cui terzo comma viene prevista la responsabilità solidale del proprietario dell'area. In altri termini, tra i soggetti obbligati al ripristino dello stato dei luoghi è incluso il proprietario dell'area su cui sono stati abbandonati i rifiuti.
Vi è però una condizione. Ossia, è imputabile, al proprietario, la violazione del divieto di abbandono solo se la sua condotta sia ascrivibile a dolo o colpa.
La Giurisprudenza
L'orientamento giurisprudenziale maggioritario ritiene che l'ordine di smaltimento dei rifiuti non può essere rivolto al proprietario in quanto tale ma solo nell'ipotesi in cui venga accertato che lo stesso abbia tenuto un comportamento - anche omissivo - di corresponsabilità con l'autore dell'abbandono illecito dei rifiuti.
Il fondamento di detto orientamento - suffragato tra l'altro oggi anche dalla normativa vigente in materia - risiede nel presupposto secondo cui la natura dell'ordine di smaltimento viene configurato quale sanzione avente carattere ripristinatorio, sanzione che presuppone l'accertamento della responsabilità da illecito in capo al soggetto destinatario del provvedimento sanzionatorio.
Il Sindaco non può, pertanto, ordinare al proprietario il ripristino dello stato dei luoghi sulla base dell'accertamento dell'intestazione catastale del terreno su cui sono stati abbandonati i rifiuti, ma è tenuto ad indicare i comportamenti, quanto meno colposi, del proprietario, causalmente collegati all'evento dannoso che deve riparare.
Autore
Dott.ssa Marta Dolfi
Data
venerdì 11 febbraio 2005
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