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Indici della Rassegna

Titolo
Demanio pubblico: aree fluviali, sdemanializzazione espressa e tacita
Argomento
Enti locali
Abstract
(Consiglio di Stato, Parere Dicembre 2004)
Testo
Le sezioni consultive del Supremo Consesso amministrativo prendono posizione su un particolare aspetto della c.d. sdemanializzazione, in particolare quella riguardante il demanio idrico.

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Il Consiglio di Stato, nel dare riscontro ad un parere richiesto dal Ministero dell’Ambiente, fornisce un interessante quadro della disciplina relativa alla sdemanializzazione.
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DISCIPLINA

Sdemanializzazione tacita
La giurisprudenza amministrativa ha ammesso la possibilità che la sdemanializzazione – ovvero il passaggio di un determinato bene pubblico, dal demanio al patrimonio dello Stato, con conseguente mutamento del regime giuridico applicabile – possa avvenire anche tacitamente in presenza di atti o fatti comprovanti la volontà dell’Amministrazione di sottrarre il bene alla sua destinazione e di rinunciare definitivamente al suo ripristino.
Non sarebbe rilevante, al fine segnalato, il mero comportamento omissivo, ovvero l’inutilizzazione del bene, da parte della P.A., ma sarebbe necessario un comportamento attivo dell’Ente proprietario circa l’intenzione di non mantenere più il bene nell’ambito demaniale.
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Sdemanializzazione espressa
A norma della disposizioni di cui all’art. 829 del codice civile il passaggio dei beni del demanio pubblico al patrimonio dello Stato deve essere dichiarato dall’autorità amministrativa. Per i beni di appartenenza delle Province e dei Comuni, il provvedimento che dichiara il passaggio al” patrimonio” deve essere pubblicizzato nei modi stabiliti per i regolamenti comunali e provinciali [e quindi con la pubblicazione dell’atto nell’albo pretorio per quindici giorni successivi alla sua approvazione].
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Sdemanializzazione dei beni appartenenti
al demanio idrico
Sottolinea il Collegio come, a seguito dell’emanazione della legge 5 gennaio 1994, n. 37, sia stata esclusa la configurabilità di ogni ipotesi di sdemanializzazione tacita in ordine ai beni del demanio idrico.
Infatti, l’ultimo comma dell’art. 5, legge citata, ha stabilito come la sdemanializzazione dei detti beni sia soggetta ad esplicito provvedimento amministrativo di autorizzazione che dovrà assicurare la tutela prevalente degli interessi pubblici.
Pertanto, al verificarsi di una situazione di inidoneità del bene ad appartenere al demanio pubblico - quale ad esempio uno degli eventi descritti negli articoli del codice civile che vanno dal 942 al 947 - la P.A. dovrà attivare i propri uffici tecnici affinché accertino rigorosamente la mutata situazione di fatto e successivamente provvedere a norma della disposizione di cui all’art. 829 c.c. a dichiararne l’avvenuta sdemanializzazione.

Ancora, sul quadro normativo innanzi descritto si è inserito il D. Lgs n. 152 del 1999 che all’ultimo comma dell’art. 41 prevede espressamente che le aree del demanio fluviale di nuova formazione ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 37, non possono essere oggetto di sdemanializzazione.
Chiariscono però i membri del Collegio amministrativo come la menzionata limitazione riguardi soltanto le aree del demanio fluviale ovvero gli alvei, le sponde e le rive interne dei fiumi e quindi le aree soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie (mentre le sponde e le rive esterne che possono essere invase dalle acque solo in caso di piene straordinarie, appartengono ai proprietari dei fondi rivieraschi).

In ogni caso il divieto di sdemanializzazione inerisce soltanto quelle di nuova formazione ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 37, ovvero quelle formatesi nei modi descritti dagli artt. 941, 945, 946 e 947 del codice civile così come modificati dalla considerata disposizione normativa.
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In conclusione, dovrà ritenersi che, eccettuate le ipotesi indicate negli articoli del codice civile citati, residui in capo alle Amministrazioni competenti il potere di provvedere alla sdemanializzazione dei beni del demanio idrico per i quali non sussista più motivo per mantenere tale regime giuridico.
In ogni caso il residuale potere di sdemanializzazione potrà essere esercitato, in relazione a beni ricompresi nel demanio idrico, soltanto in maniera espressa con la procedura di cui all’art. 829 c.c.
Autore
Dott. F.A. Corrias
Data
venerdì 25 febbraio 2005
 
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