Indici della Rassegna

La decadenza dei vincoli obbliga il comune alla loro reiterazione sostanziale

Edilizia e urbanistica

(Consiglio di Stato, sentenza febbraio 2005)

La decadenza dei vincoli urbanistici, che comportano inedificabilità assoluta e che inibiscono al privato di usufruire del sostanziale valore economico del bene, impone al Comune l’immediato completamento dello strumento urbanistico, ovvero la reintegrazione della disciplina per gli immobili che ne siano rimasti privi (per decadenza del vincolo imposto dal P.R.G. per decorso del quinquennio ai sensi dell’art. 2 L. 1187/1968).

Né il dovere di conferire una disciplina urbanistica all’area è superabile da uno strumento, seppur formalmente nuovo, ma sostanzialmente “riconfermativo” che non può restituire all’area “bianca” la destinazione vincolistica decaduta.
La decadenza dei vincoli, preordinati all’esproprio che comportano inedificabilità assoluta – ovvero privano il privato del diritto di proprietà nel sostanziale valore economico - comporta l’obbligo del Comune a procedere alla pianificazione dell’area rimasta priva della disciplina urbanistica senza che detto intervento sia necessariamente in direzione di una destinazione urbanistica edificatoria.

La destinazione, rientrante nel potere discrezionale, è obbligatoriamente da motivare teleologicamente con la realizzazione del pubblico interesse.

L’onere è assolto attraverso una variante specifica o una variante generale, potendo il Comune affrontare il permanere delle destinazioni già impresse alle dette aree alla modificata esigenza di pubblico interesse.

Ma l’avvio del procedimento di revisione del PR non concretizza adempimento dell’obbligo di riqualificazione urbanistica della zona, rinvenendosi l’edempimento nel completamento del PRG dalla zona interessata.

La disciplina prevista, che limita l’edificabilità, è per sua natura provvisoria “in quanto tende a supplire ad un’inerzia dell’ente locale in proposito”.

Avv. M. T. Stringola

venerdì 18 marzo 2005