L'ossuario è il vaso destinato a contenere i resti del defunto cremato, raccolti dopo il rogo funebre: nella tradizione villanoviana, per questa funzione veniva solitamente utilizzato un vaso dalla tipica forma biconica. Tali vasi, i cui frammenti si ritrovano con una certa frequenza negli scavi degli abitati, erano utilizzati anche nella vita di tutti i giorni, probabilmente come contenitori per liquidi.
Qual è la caratteristica di questi contenitori che rende possibile ad un archeologo distinguere un vaso destinato alle ceneri da uno adibito all’uso quotidiano?
A cavallo tra il Paleolitico medio e quello superiore (40.000-35.000 a.C.) l’uomo, che viveva dentro capanne, si cibava di caccia e frutti selvatici e non conosceva l’agricoltura, era, tuttavia, capace di rappresentazioni grafiche (le pitture rupestri) e di emettere suoni con degli strumenti: in Germania è stato rinvenuto uno strumento musicale che assomiglia ad un flauto.
Sia presso i Greci e, poi, presso i romani, si diffuse uno strumento a fiato chiamato Tibia (perché ricavato dalle tibie degli ovini) o Doppia Tibia, quando le canne erano due. Il suono veniva provocato dalla vibrazione della colonna d’aria del tubo, ottenuta grazie al movimento di una linguetta sottile (ancia), prodotto dal fiato del suonatore. Per suonare lo strumento, l’esecutore doveva applicare sulla bocca una fascia di cuoio con due fori, fermata, da una cinghietta dietro la testa: in questo modo si facilitava l’imboccatura delle due canne e la pressione del soffio risultava maggiore.
Chiudendo con le mani i fori delle canne si potevano ottenere suoni più gravi o più acuti.
Sin dall’antichità, ad esempio a Pompei, sono testimoniati strumenti a fiato anche di notevole lunghezza; su quale di queste grandezze influisce la lunghezza del flauto?
Nella mitologia greca, Medusa era una delle tre Gorgoni, creature mostruose, figlie di due mostri marini (Forco e Ceto), che aveva la capacità di trasformare in pietra coloro che ne incrociavano lo sguardo. A differenza delle sorelle Steno (la forte) ed Euriale (colei che salta lontano), che non conoscevano vecchiaia e morte, era detta da Esiodo “dal triste destino”, perché era mortale: infatti fu uccisa da Perseo.
Dei Farnese si hanno notizie sin dal XIII secolo, ma la loro ascesa avvenne nel XV secolo e divenendo una delle più importanti famiglie in Europa. Ebbero possedimenti al nord, al centro ed al sud con molti palazzi, tra i quali molto rinomati sono Palazzo Farnese a Roma, progettato da Michelangelo Buonarroti ed il Palazzo di Caprarola, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane e proseguito dal Vignola.
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