L’imperatore Claudio, il quarto della dinastia Giulio Claudia, era di salute malferma tanto che Seneca scrisse su di lui il trattatello satirico Apocolocyntosis, che si potrebbe tradurre con “Lo zuccone”.
Il nome di Maria Maddalena, la donna che viene spesso raffigurata nelle Crocifissioni ai piedi di Cristo, deriva dalla sua cittadina di provenienza, Magdala, sul lago Tiberiade.
La ceramiche vengono di solito distinte in “ceramica fine da mensa” e “ceramica comune”. Quest’ultima individua una categoria ceramica che abbraccia varie classi ed è caratterizzata dalla prevalenza dell’aspetto funzionale su quello estetico: si tratta cioè di una ceramica d’uso. Le sue caratteristiche formali sono: una pasta più o meno depurata; l’assenza di vernice vetrosa (talvolta sostituita da un ingobbio); l’assenza di decorazione.
Orazio Farnese, sposò Diana di Francia, figlia di Enrico II, che portò in dote 200.000 scudi, una rendita di 25.000 scudi e la promessa del Ducato di Castro.
Nella vita ordinaria, però, per evitare la dispersione dei beni, si poteva arrivare a regolare le doti ponendovi un tetto. Nello Statuto di Viterbo del 1542, ad esempio, erano individuate 5 classi di pretendenti: 1) gli addottorati che potevano pretendere 500 ducati; 2) i giurati di collegio e i matricolati, per i quali il limite era 400 ducati; 3) per i mercanti ed i droghieri (aromatores) era 350 ducati; 4) i fabbri e calzolai potevano chiedere fino a 300 ducati; 5) per quelli che appartenevano ad un’arte riconosciuta (come macellai, ortolani, carpentieri, barbieri, tessitori di lino, sarti, ecc.) il limite era 200 ducati.
Il Diadumeno, in greco Diadoumenos, cioè "che si cinge la fronte con la benda della vittoria”, è una statua realizzata da Policleto intorno al 430 a.C.: oggi è nota solo attraverso copie romane marmoree, tra le quali la migliore è considerata il Diadoumenos di Delo, del Museo Archeologico Nazionale di Atene (h. cm 186).
Le prime ipotesi di alcuni studiosi furono che anche i Bronzi di Riace rappresentassero due Diadoumenoi.
La storia dell'archeologia, non solo in Alto Lazio e Maremma, è costellata, nei secoli passati, da personaggi curiosi e bizzarri. Sullo "Speciale Qui Touring Roma e Lazio" un servizio racconta di monaci senza scrupoli, ingegneri sfortunati, dilettanti allo sbaraglio e re in incognito. Uno dei personaggi più suggestivi era Giovanni Pietro Campana.