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N. 14 - luglio-dicembre 1997

Informazioni
Pubblicazione periodica semestrale del ccbc della Provincia di Viterbo

 

N. 14 - luglio-dicembre 1997


Informazioni n.14/1997

Informazioni

Nuova serie - anno VI,  n. 14

luglio-dicembre '97

Segreteria di redazione
G. Cerica, L. Mattioli, D. Stoppacciaro

Grafica e impaginazione
G. Cerica

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Tipolitografia Agnesotti - Strada Tuscanese Km. 1,700 -
01100 Viterbo.
Tel: 0761/ 251025 - 251026

Sommario

 

www.provincia.vt.it – La Provincia di Viterbo debutta in Internet
Graziano Cerica

Sulla scia di quanto già fatto da altri enti, anche la Provincia di Viterbo ha registrato un dominio Internet ed ha attivato il proprio sito web all’indirizzo www.provincia.vt.it.
Il progetto è partito dall’Assessorato alla Cultura ed è stato coordinato dal Centro di catalogazione dei beni culturali (ccbc).
Il sito Internet dell’Amministrazione Provinciale è già ricco di informazioni, in particolare per quanto riguarda le iniziative dell’Assessorato alla cultura. Vi si possono trovare informazioni sul Parco storico archeologico ambientale d'Europa di recente istituzione, sugli Itinerari turistici della provincia di Viterbo (Via Francigena, Itinerari farnesiani, Strada dei vini dell’Alta Tuscia, ecc.). Un ampio spazio è statto riservato al Centro di catalogazione dei beni culturali che si presenta con una propria home page articolata in varie voci.

 

Professor Cinelli, quali interventi per la tutela del nostro litorale?
Lucia Pacini

 Intervista al prof. Francesco Cinelli del Dipartimento di Scienze dell’Uomo e dell’Ambiente dell’Università di Pisa, la cui équipe ben conosce i litorali della provincia di Viterbo avendo operato in queste zone.
Possibilità e difficoltà per un intervento di salvaguardia del tratto di costa compreso tra la foce del Mignone a sud ed il Chiarone a Nord, considerando che una porzione importante del territorio è legata al turismo balneare, caposaldo della economia locale.

 

Il bacino del Rio Paranza fra ambiente e storia
Alberto Del Lungo – Stefano Del Lungo

Il bacino idrografico del Rio Paranza interessa il territorio dei comuni di Soriano nel Cimino, Bassano in Teverina, Vasanello e Orte.
Il Rio Paranza , scorrendo sul versante nord-orientale dei Monti Cimini, confluisce nel Tevere alle pendici meridionali della rupe di Orte, dopo un percorso di circa 21 km attraverso ambienti di elevato valore naturalistico, paesaggistico e storico-archeologico.
Dopo l’analisi delle condizioni ambientali del bacino del Rio Paranza, con la descrizione della morfologia del territorio, la vegetazione, le opere di sistemazione idraulica e l’inquinamento, vengono analizzati i " segni della Storia " presenti in questo bacino idrografico, ricordando che Rio Paranza è solo uno dei molteplici nomi con cui attraverso i secoli si è identificato il corso d’acqua.

 

Specchi etruschi figurati dalle necropoli rupestri del viterbese
Gabriella Barbieri

Si tratta di dodici specchi figurati, di epoca ellenistica, in buono stato di conservazione, provenienti dagli scavi effettuati nell’ultimo venticinquennio nelle necropoli di Norchia, Blera e in prossimità di Viterbo.
Ad eccezione di due esemplari di tipo a codolo con scena figurata costituita da più personaggi mitologici, tutti gli altri appartengono alla serie caratterizzata da manico fuso al disco e rappresentazioni di Lasa e Dioscuri affrontati.
Per i dodici specchi viene inoltre sottolineato il rapporto con il corredo funebre di appartenenza, in alcuni casi databile con sicurezza.
Questo gruppo permette di avere un quadro più chiaro dei tipi di specchi che circolavano nell’Etruria meridionale interna in epoca tardo-ellenistica, anche se è ancora prematuro fare ipotesi sui centri di produzione del materiale preso in esame.

 

Il materiale di reimpiego nella chiesa di San Pietro a Tuscania
Andrea Schiappelli

Sul colle di S.Pietro si sono sviluppati, a partire dall’età protostorica, insediamenti di varia importanza ed estensione.
Agli ultimi decenni dell’VIII secolo molti studiosi attribuiscono la costruzione di una prima chiesa di S.Pietro, tracce della quale sarebbero ancora visibili nella zona absidale della successiva basilica innalzata nella seconda metà dell’XI secolo quando l’intero colle venne dotato di una forte cinta muraria.
Dopo l’analisi del materiale romano di reimpiego nella chiesa inferiore, e in quella superiore, viene proposto un breve excursus sul reimpiego in Italia nella seconda metà dell’XI secolo, con particolare attenzione all’esperienza di S.Pietro.

 

Terme romane in località Bagnaccio
Alessandra Milioni

Sono riportati i dati scaturiti dall’analisi di alcuni resti di strutture romane in località Bagnaccio: la Lettighetta e le Terme del Bacucco.
Lo studio si è basato in un primo momento sulla ricerca bibliografica, che ha permesso di raccogliere dati su scavi e rinvenimenti riguardanti i resti presi in esame.
Attraverso sopralluoghi è stato poi possibile prendere visione dei ruderi, analizzarne la struttura e rilevarne la planimetria.
La presenza di sorgenti termominerali nel territorio viterbese costituì una risorsa naturale sfruttata intensamente soprattutto a partire dall’età imperiale. Il tratto della Via Cassia compreso tra la località Paliano, a Sud-Ovest di Viterbo, e il Bacucco, per una lunghezza di circa Km11, è infatti costellato di ruderi di terme romane.
Anche la Tabula Peutingeriana testimonia la grandiosità di tali terme, poiché presso di esse localizza una stazione della Cassia, la mansio denominata Aquae Passeris e in località Bagnaccio sono situati in effetti i ruderi più grandiosi fra tutti quelli presenti nel territorio viterbese.

 

L’adduzione idrica nella Viterbo medievale
Chiara De Santis

Attraverso gli Statuti del 1237-38 e del 1251-52 e attraverso un’analisi diretta di alcuni reperti è stato possibile documentare l’esistenza, in epoca medioevale, di un’ampia rete idrica costituita da cunicoli scavati direttamente nella roccia, da pozzi-cisterne, da spartitoi, da condotti in peperino ed in cotto, da alvei e da leghe.
L’approvvigionamento idrico a Viterbo in epoca medioevale ha una rilevanza notevole come testimoniano sia gli impianti eseguiti, sia il ruolo politico e sociale che esso viene ad assumere, sia le normative emanate al fine di evitare soprusi e manomissioni.
Relativamente alle sorgenti dell’Acqua Passera che ancora oggi, come nel Medioevo, riforniscono un buon tratto della rete idrica urbica, è di rilevante interesse il fatto che esse sono le medesime che anticamente alimentavano un monumentale acquedotto romano.
Mentre per l’acquedotto delle Pietrare la data di costruzione risale al 1268, anno in cui Visconte di Raniero Gatti, capitano del popolo, fece edificare l’acquedotto.

 

La datazione dendrocronologica delle travi della chiesa del Santo Spirito a Tarquinia
Mauro Bernabei

Il testo rappresenta un contributo della dendrocrologia a una ricostruzione di carattere storico: si è tentato infatti di datare le travi della chiesa del Santo Spirito a Tarquinia, risalente, nella sua forma attuale, al 1611, ma costruita su insediamenti preesistenti e difficilmente inquadrabili temporalmente.
Ai cenni storici relativi alla chiesa , segue l’analisi dello stato attuale e la costruzione delle cronologie medie delle capriate, che avevano la particolarità, piuttosto inusuale, di essere costruite con due specie legnose diverse: il castagno, per il monaco e i puntoni, ed il pino domestico, per la catena.
E’ possibile ipotizzare che le travi di pino siano state messe in opera al momento della ricostruzione della facciata e quindi del tetto, mentre per i legni di castagno bisogna pensare al tiutilizzo delle travi migliori della precedente copertura.

 

La Madonna del Giglio a Ischia di Castro - un santuario terapeutico sconosciuto
Fulvio Ricci

Nell’immediata periferia di Ischia di Castro sorge la chiesa - santuario della Madonna del Giglio praticamente sconosciuta nel panorama storico-artistico viterbese malgrado la presenza di pitture di varie epoche che, nonostante un problematico stato di conservazione, denotano un notevole pregio stilistico-formale.
Dall’analisi degli affreschi del santuario ischiano si ripropone il problema storico della produzione artistica di Antonio del Massaro detto il Pastura e della sua bottega, spesso evocata ma ancora storicamente non definita.
La grande Crocifissione, dipinta nel lunettone della chiesa della Madonna del Giglio, introduce un nuovo fondamentale documento per la comprensione di questo importante capitolo della storia della pittura viterbese a cavallo dei secoli XV e XVI.

 

Angelo Pucciatti pictor viterbese
Fulvio Ricci – Simonetta Angeli

Un ulteriore elemento di fondamentale importanza per la ricostruzione del profilo artistico ed umano di Angelo Pucciatti è rappresentato dalla scoperta di nuovi documenti che emandano i gravi errori diffusi con le approssimative note biografiche fin’ora pubblicate. Il percorso di vita ed artistico del Pucciatti è stato, in realtà, decisamente più breve e una nuova opera è da includere tra le poche cose conosciute e rimaste dell’attività di Pucciatti : il dipinto con i santi Giuliano e Nicola; Caterina d’Alessandria e Lucia; e due scene raffiguranti il martirio di s.Cristina che orna l’abside sinistra della chiesa di S.Maria Maggiore a Tuscania.
Sul piano stilistico l’opera tuscanese propone una nuova tessera della poliedrica e, almeno a quanto è dato cogliere dalle opere superstiti, alquanto tormentata e poco definibile personalità artistica del maestro viterbese, al quale le varie considerazioni sui numerosi punti di contatto stilistici e formali con quanto è a lui con certezza riferibile permettono con tranquillità di attribuire la paternità del lavoro.

 

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