L'origine del borgo, dall'aspetto tipicamente medievale, si perde nel tempo: accanto ai reperti etruschi e romani sono infatti venuti alla luce numerosi resti provenienti dal periodo neolitico. Come altri piccoli paesi subì le scorrerie di Romani e Longobardi, per finire poi, nel medioevo, al centro delle continue dispute tra Chiesa e potenti feudatari. Da sempre sotto l'egida del Comune di Orvieto, dovette piegarsi alla tirannia dei prefetti di Vico, reinsediati dall'arcivescovo Visconti. Nel 1354, grazie all'opera svolta dal cardinale Egidio Albornoz, al fine di riassemblare i territori sottratti alla Camera Apostolica, tornò di nuovo alla Chiesa. Fu poi la volta dei Farnese che tennero le redini della cittadina fino alla loro estinzione, nel 1668. Tra tanti i monumenti presenti nel territorio ricordiamo la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa della Madonna del Carmine, la Chiesa della Madonna della Cava, la Chiesa di San Rocco, la Piazza della Rocca e Palazzo Farnese detto “La Rocca”. Di quest'ultimo complesso architettonico costruito nel XVI sec. dalla famiglia Farnese, sono notevoli il portale, in pietra bugnata, sovrastato da uno stemma raffigurante una vacca con vitello, un castello e una mitra vescovile. Tali attributi araldici attestano l'appartenenza dell'edificio ai monaci ex-Basiliani di Grottaferrata (1682-1810). Alla presenza di questi ultimi deve quasi certamente attribuirsi la costruzione del corpo di fabbricato addossato alla facciata a sud, e quindi la creazione di una corte aperta che recinge l'area di accesso al palazzo.