Bomarzo si estende su uno degli ultimi speroni rocciosi protesi verso la valle del Tevere e originati dalle colate laviche dell'apparato vulcanico cimino. Questi blocchi che costellano le pendici dei pianori sono state variamente utilizzati dall'uomo fin dalla preistoria. Il fenomeno si è accentuato nel periodo etrusco, romano e medievale quando li si è utilizzati per gli usi più svariati e diversi attinenti alla vita sociale, l'economia, la religione e l'arte come è ben documentato nella contigua selva di Malano. L'abitato nasce e si afferma con funzioni di sorveglianza e controllo delle vie commerciali che dall'Etruria marittima penetravano, attraverso la valle del Tevere e dei suoi affluenti, nella parte centrale della penisola italiana. Tale nascita sembra farsi risalire alla seconda metà del VI secolo a.C. in stretta correlazione con la cittadina di Ferento (Acquarossa) a sud-ovest cui la lega naturalmente il piano della colonna ed il fluire del Vezza. L'uso del peperino come principale mezzo di edificazione ha avuto il suo apogeo nella realizzazione cinquecentesca del Parco dei Mostri voluto dal Principe Pier Vicino Orsini. Proprio nelle immediate vicinanze del parco, molti grandi massi mostrano utilizzazioni per scopi funerari con tombe e fossa antropomorfa, arcosoli e nicchie destinate a raccogliere e custodire olle cinerarie ed inumazioni (selva di Malano). All'interno del paese sul lato sinistro della Chiesa cattedrale s'innalza un campanile la cui zona basamentale è molto ben conservata.