Alcuni appuntamenti del ponte del Primo Maggio nella Tuscia viterbese
sabato 1 e domenica 2 maggio 2021
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Sabato 1 maggio: Seguendo la Via Clodia fino al Castello di Rocca Respampani
Quale migliore occasione se non un’escursione guidata all’interno dell’ampia e bella Tenuta di Rocca Respampani con i suoi scorci, aperti e soprattutto mai affollati per trascorrere la festa del 1 maggio? Sarà un itinerario di grande fascino naturalistico e storico in parte sull’antico tracciato della via Clodia, con un percorso ad anello. Ammireremo specie arboree tipiche della macchia mediterranea e molti fiori selvatici. Si partirà del centro dell’Azienda Agricola Rocca Respampani, Borgo Rio Secco, dove si trova la moderna chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate e dove lasceremo le auto.
Questa splendida ed impervia parte della Tuscia, ancora oggi coperta da un fitto bosco, era attraversata dall’antica via la Clodia, proveniente dalla città di Norchia e prima ancora da Blera. La strada Consolare Romana fu costruita nel III secolo a. C, e ricalcava il più antico tracciato etrusco realizzato per mettere in comunicazioni le città che continueranno la loro vita anche in epoca altomedievale e medievale.
La Rocca Respampani fu edificata su un suggestivo sperone tufaceo, dove si trovano oggi interessanti ruderi del castello medievale, della chiesa e dell’abitato che fu abbandonato alla fine del XVI secolo a favore di un nuovo ed ambizioso progetto, un palazzo – fattoria, dignitoso ed elegante per ospitare il governatore e il suo seguito di funzionari. Sorse così la Rocca Nuova.
Partendo dalla chiesa di Sant'Antonio, attraverso un bosco di querce e cerri, raggiungeremo uno spiazzo dove si trovano delle grotte molto grandi, alte e profonde, con antiche iscrizioni all’interno. In alcuni casi si possono riconoscere tombe etrusche riutilizzate, di certo si sa che furono abitazioni e ricovero per animali, perché ci sono vari segni e date risalenti al XVII secolo. Riprendendo lo stesso sentiero si ritorna nello stradone che conduce sotto il castello seicentesco, chiamato Castello Nuovo.
Il possente edificio ad un primo sguardo ricorda più un palazzo nobiliare, specie per la sua maestosa facciata principale, racchiusa da due “torri” a guardia del ponte chiamato di Fra Cirillo, che attraversa il fiume Traponzo. A questo punto si inizierà a scendere fino al fiume per camminare sul basolato dello splendido ponte fatto costruire da Fra Cirillo Zabaldani nel XVI secolo.
Nelle vicinanze del ponte, sul sentiero che conduce alla Rocca Vecchia, si possono ammirare delle interessanti formazioni geologiche di ignimbriti tefritico-leucitiche, caratterizzate da inclusi lavici e scorie, legate all’attività di emissione del Distretto Vulcanico Vulsino. Il paesaggio contraddistinto da pascoli e vaste boscaglie è selvaggio, misterioso e fuori dal tempo. Attraverso una strada carrabile si farà ritorno al centro dell’azienda agricola, completando il percorso ad anello.
INFORMAZIONI E DETTAGLI 333 4912669 Anna Rita Properzi Guida Turistica e Ambientale Escursionistica Iscritta al Registro Italiano Aigae con Assicurazione professionale RC attiva. Contatti anche tramite whatsapp 333 4912669 e canale telegram https://t.me/lepasseggiatediannarita o tramite mail annaritaproperzi@gmail.com;
COSTO ESCURSIONE: 15,00 euro a persona; gratuito per i bambini al di sotto dei 12 anni; ridotto a 10€ dai 12 ai 16 anni.
APPUNTAMENTO: previsto alle ore 9.30 davanti alla Chiesa di Sant’Antonio, Borgo Rio Secco centro dell'Azienda Agricola Rocca Respampani. Fine escursione intorno alle ore 16.30 circa.
CARATTERISTICHE DEL PERCORSO: Il percorso ha una difficoltà media; è un anello di circa 13 km, con 150 metri di dislivello a scendere e salire; si svolge su strade di campagna sterrate.
PRANZO: al sacco, 1 litro di acqua a testa.
ABBIGLIAMENTO: importante indossare scarpe da trekking o con suola antiscivolo, abbigliamento adeguato alle condizioni meteo (è consigliabile portare un capo impermeabile, anche un kway e cappellino per il sole) e per chi è abituato ad usarli i bastoncini sono consigliati, una buona scorta d’acqua, kit anti-Covid-19 (mascherina e gel igienizzante).
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Domenica 2 maggio - Le gole del Biedano da Barbarano a Blera seguendo la via dell’acqua
Un suggestivo anello che da Barbarano Romano ci condurrà a Blera, seguendo la via dell'acqua lungo i valloni e le mole del fiume Biedano. Gran parte del percorso si svolge all'interno del Parco Regionale Marturanum, e si tornerà a Barbarano attraverso il tracciato della vecchia ferrovia Civitavecchia – Orte. Tanta natura di cui godere e tanta storia da scoprire in un cammino che congiunge due deliziosi paesi.
Il territorio è caratterizzato dall’alternarsi di pianori, radure a pascolo, forre profonde e rupi spettacolari, testimonianza dell'intensa attività vulcanica del complesso Cimino e Vicano. I fiumi che scorrono nelle profonde valli hanno sempre un fascino speciale. Seguiremo il corso del Biedano percorrendo le sue gole, ricche di mole e mulini, testimonianza di antiche coltivazioni e del lavoro sapiente dei nostri antenati. I colori dei laghetti formati dalle antiche dighe sono splendidi e la vegetazione è rigogliosa. Un susseguirsi di boschi resi quasi impenetrabili da un'intricata vegetazione e intervallati cascate e laghetti, un percorso ricco di continue sorprese.
Dal comodo parcheggio di Via dei Merli e Piazza A. Diaz, a ridosso delle mura medievali di Barbarano Romano, attraversando Porta Romana che con la torre contraddistingue l'entrata del delizioso borgo si prosegue attraverso Porta Canale fino a raggiungere il fiume sottostante e le prime due mole per arrivare alla terza una delle più scenografiche, dove il salto del torrente forma un laghetto.
Proseguendo ci attenderanno facili guadi, altre mole, fino ad arrivare al suggestivo ponte romano sulla via Clodia, detto anche Ponte del Diavolo, con tre arcate. Guardando verso l’alto proprio sopra il ponte antico ammireremo il moderno ponte di Blera, inaugurato nel 1937, progettato dall'ingegnere Giulio KRALL.
Il ritorno sarà per un sentiero che ci condurrà fino alla vecchia ferrovia Civitavecchia – Orte, risalente al periodo fascista (1929) e dismessa nel 1961, fino quasi a Barbarano, che si raggiungerà scendendo ancora al fosso dove si chiuderà l'anello.
INFORMAZIONI E DETTAGLI 333 4912669 Anna Rita Properzi Guida Turistica e Ambientale Escursionistica Iscritta al Registro Italiano Aigae con Assicurazione Professionale RC attiva.Contatti anche tramite whatsapp e canale telegram https://t.me/lepasseggiatediannarita o tramite mail annaritaproperzi@gmail.com;
COSTO ESCURSIONE: 15,00 euro a persona; gratuito per i bambini al di sotto dei 12 anni; ridotto a 10€ dai 12 ai 16 anni.
APPUNTAMENTO: previsto alle ore 9.30 a Barbarano Romano davanti a Porta Romana; parcheggio consigliato Via dei Merli e Piazza A. Diaz a ridosso delle mura della città. Link coordinate google del luogo di appuntamento https://goo.gl/maps/xr5biCgQz6KcUEdp9
CARATTERISTICHE DEL PERCORSO: Percorso ad anello di 12 km, difficoltà T/E (turistica ed escursionistica); 250 metri di dislivello a scendere e salire; si svolge nella forra del Biedano, sono previsti due guadi molto facili. Fine escursione 16/16.30.
PRANZO: al sacco, 1 litro e mezzo di acqua a testa.
ABBIGLIAMENTO: importante indossare scarpe da trekking o con suola antiscivolo, abbigliamento adeguato alle condizioni meteo (è consigliabile portare un capo impermeabile, anche un kway, cappellino per il sole). I bastoncini sono consigliati, per chi è abituato ad usarli. Una buona scorta d’acqua, kit anti-Covid-19 (mascherina e gel igienizzante).
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Anna Rita Properzi, Guida Turistica abilitata dalla Regione Lazio e Guida Ambientale Escursionistica
Iscritta al Registro Italiano Aigae n. LA390; Lingue straniere: inglese e francese
Tel. 333 4912669; e-mail: annaritaproperzi@gmail.com
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Sabato 1 maggio: Orchidee e pascoli bradi nel cuore selvaggio d’Italia (Civitella Cesi)
Un piccolissimo borgo circondato da infiniti boschi e pascoli bradi e un cammino che sembra ricordare sentieri di montagna con dei panorami mozzafiato. I ruderi di una torre che sembra edificata sul nulla, affioramenti di lava, qualche teschio di vacca maremmana a terra e la fioritura delle orchidee e degli asfodeli. Non è un set cinematografico, ma la descrizione dell’escursione che vi proponiamo.
Inizieremo proprio dal piccolo borgo di Civitella Cesi, uno dei più piccoli del Lazio, arroccato su uno sperone di roccia e dominato dal Castello. Un agglomerato di case poco conosciuto, che conserva tra le sue mura i ritmi lenti di secoli di storia, cultura e tradizioni. Un luogo che chiamare “minore” sarebbe riduttivo perché di minore ha solo le dimensioni, il suo fascino invece è immenso.
Il borgo prende il nome dalla famiglia di Federico Cesi, il fondatore dell’Accademia dei Lincei, ed è stato fondato nel periodo etrusco. Al centro del paese si trova l’antico Castello che risale all’XI secolo e che domina la piazza principale sulla quale si affaccia anche la chiesetta di stile barocco di San Leonardo. E’ un borgo estremamente interessante sia per l’attuale struttura che per gli antichi insediamenti che si trovano nel suo territorio.
Si trova, infatti, al centro di un’area nota agli archeologi come “quadrato del Mignone”, in quanto delimitata su tre lati dalla valle del torrente omonimo. Si tratta di un ampio territorio rimasto in gran parte indenne dalle profonde trasformazioni ambientali di cui è responsabile la società del secondo dopo-guerra.
Ci incammineremo poi nel Parco Marturanum per fare un vero e proprio safari a piedi, dove vivono, pascolano e trovano riparo vacche maremmane, cavalli e asini allo stato brado. Saliremo sul monte Ventacolo da cui ammireremo il vasto panorama che si aprirà davanti a noi dai monti della Tolfa fino a quelli dell’Argentario.
Questa zona del Parco Marturanum è totalmente diversa da quella dei valloni con terreno vulcanico e con le necropoli rupestri che siamo soliti visitare. Sarà l’ambiente collinare del “Quarto” di natura sedimentaria e che coincide con le propaggini nord-orientali dei Monti della Tolfa, la scenografia di questa escursione.
Il nome deriva dalla suddivisione del territorio di Barbarano Romano in quattro grandi zone, i “Quarti”. Queste zone erano dedicate a diversi usi civici, principalmente connessi alla semina del grano e al pascolo, da cui ne derivano altri di minore importanza come luoghi di acque, pastorizia e agricoltura, raccolta di legname (legnatico) e raccolta delle spighe lasciate nei terreni (spigolare).
L’aspetto paesaggistico con boschi, boscaglie, cespuglieti e pascoli, è quello tipico maremmano a lungo plasmato da un’economia agro-silvo-pastorale. Arbusti e ampi lembi di bosco si alternano a pascoli destinati all’allevamento brado di bovini ed equini che è facile incontrare lungo il cammino, così come la ricca fioritura degli asfodeli e delle orchidee selvatiche.
Un pieno di natura senza eguali!
A cura di Antico Presente
Guide: Sabrina Moscatelli, Guida Turistica Abilitata e Guida Ambientale Escursionistica A.I.G.A.E e Maria Giulia Catemario Guida Ambientale Escursionistica A.I.G.A.E
Dati tecnici: Il percorso, di media difficoltà, è lungo circa 9 km con un dislivello di 350 mt. Durata 6 ore compresa la pausa pranzo.
Appuntamento: Sabato 1 maggio alle ore 10.00 a Civitella Cesi in via delle Case Nuove di fronte al bar e al castello. Per il luogo preciso CLICCA QUI. Si parcheggia tranquillamente in prossimità del luogo dell'appuntamento.
Equipaggiamento: Abbigliamento sportivo, giacca a vento, scarponcini da trekking, acqua e pranzo al sacco, mascherina e gel. Utili i bastoncini.
Condizioni: Prenotazione obbligatoria alla quale si riceverà conferma sulla disponibilità.
La guida si riserva il diritto di annullare o modificare l’itinerario proposto a sua discrezione, per garantire la sicurezza in base alle condizioni del meteo, del sentiero e dei partecipanti.
Con la prenotazione i partecipanti dichiarano di avere la giusta preparazione per l’escursione.
Nota COVID: Ai sensi delle vigenti disposizioni per l’emergenza da COVID-19, per la partecipazione all’attività è OBBLIGATORIO che ciascun partecipante:
sia dotato di propria mascherina protettiva;
sia dotato di flaconcino di gel disinfettante non autoprodotto;
mantenga rigorosamente la distanza interpersonale di 2 metri. La mascherina andrà indossata nei momenti in cui non sarà possibile rispettare tale distanza;
è vietato scambiarsi oggetti di qualsiasi tipo (cibo, acqua ecc).
Quota individuale
€ 13,00 comprensiva di polizza professionale RC con massimale di Euro 5.000.000.
Informazioni e prenotazione
Sabrina 339 5718135, info@anticopresente.it, www.anticopresente.it
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Domenica 2 maggio: Il borgo e la piana dei giganti lungo i castagneti di Canepina
Un cammino in prossimità del cratere del vulcano Di Vico, tra le bellezze artistiche e quelle naturali di un paesino nel cuore dei monti Cimini, culla di antiche tradizioni e circondata da secolari castagneti e giovani noccioleti. La nostra esperienza coinvolge anche altri importanti aspetti di questo territorio, un tempo attraversato da mulattiere che collegavano i vari centri con il ricco bosco. La maggior presenza, e conseguente “traffico”, era generato dal via vai di asini, usati per il lavoro della terra, trasportare la legna, i raccolti e le persone. Sono stati proprio questi animali i veri abitanti del luogo nel corso dei secoli ed è con loro che cammineremo insieme nei boschi.
Raggiungendo il punto d’incontro vi troverete a percorrere la Cassia Cimina, dove la vista spazia da una parte sulla caldera vulcanica che ospita le acque del lago di Vico e una delle più belle riserve naturali del Lazio, e dall’altra nella valle del Tevere, con le sue forre, i calanchi e i borghi della Tuscia rupestre. Partiremo da Canepina, un tempo Canapina per essere ancora nel XVII sec. una vasta piantagione di canapa, che sfruttava la presenza di molti corsi d’acqua per la sua lavorazione.
Passeggiando per l’antico centro storico del borgo di Canepina, si resta colpiti e meravigliati dalla ricchezza di monumenti e di Chiese che adornano le strette vie del paese. Su tutto il paese e la valle del Tevere domina dall’alto la torre del Castello degli Anguillara risalente all’XI secolo e costruito per vigilare la piana del Tevere da dove si temevano attacchi offensivi; oggi dimora storica del Lazio. I Farnese, invece, avevano costruito nel XVI secolo un palazzo nel centro per paese destinato all’amministrazione dei loro beni nel territorio canepinese. E quella funzione è rimasta ancora oggi in quanto il palazzo è sede dell’amministrazione comunale.
Tra le numerose chiese che visiteremo quella della Collegiata è la più importante. Non si sa con certezza la data di costruzione ma sappiamo che nel 1492 fu restaurata da Sangallo il giovane, su modello della chiesa della Madonna della Quercia di Bagnaia a Viterbo. Perché? Lo scopriremo visitandola! Proprio di fronte alla piazza del Comune troveremo la chiesa di San Pietro e Paolo edificata nel 1612. Ma anche nel nostro cammino tra i castagneti incontreremo la piccola chiesa di Santa Corona, la più antica del paese che esisteva già nel 1200, e quella della Madonna delle Grazie, del XVII sec., che si staglia, bianca, sull’altra sponda della valle ed è visibile da ogni parte del paese.
Oggi, dalla canapa, si è passati ai castagni che ricoprono tutto il suo territorio collinare-montuoso e il castagno è diventato il “monumento naturale” di Canepina in quanto i suoi frutti oltre ad essere l'immagine e il simbolo del paese, rappresentano il fulcro dell'economia Canepinese: pensate che metà del territorio è coltivato a castagno da frutto. Qui si coltiva la qualità “Marrone fiorentino”, chiamato comunemente marrone, la migliore d’Italia; dalla polpa dolce, resistente ai processi industriali e la cui maturazione avviene intorno alla seconda decade di settembre per un periodo di circa 20 giorni.
Lasciato il paese, percorreremo inizialmente una strada carrozzabile tra i castagni e rimarremo da subito affascinati dalla maestosità degli alberi, dalla luce che filtra e dal silenzio che ci avvolge. Cammineremo su un manto di foglie dorate e accartocciate e ci perderemo tra castagni secolari fino ad arrivare alla maestosa piana dei “giganti” dove ci fermeremo per il pranzo prima di ritornare al nostro punto di partenza.
Ma non lo faremo da soli! La nostra passeggiata avverrà in compagnia di gentili asinelli, che a differenza di un tempo, non lavoreranno, ma ci accompagneranno nei loro luoghi, per farci rivivere un pochino l’atmosfera e l’ambiente di un tempo. Questi asini, infatti, normalmente vivono liberi in questi boschi, contribuendo a tenere puliti i castagneti. Con la cadenza del passo degli asini ed al rumore degli zoccoli, continueremo a camminare in un percorso ad anello, per raggiungere nuovamente il punto di partenza, e concludere la nostra immersione a 360 gradi in questo incredibile luogo, logisticamente vicino alla “civiltà”, ma lontano dalla nostra realtà.
Escursione a cura di Antico Presente
Guide: Sabrina Moscatelli Guida Turistica abilitata e Guida Ambientale Escursionistica iscritta nel registro nazionale A.I.G.A.E e M.Giulia Catemario, Guida Ambientale Escursionistica iscritta nel registro nazionale A.I.G.A.E.
Dati tecnici: Il percorso ad anello di facile/media difficoltà con una lunghezza di 10 km e un dislivello di 450 metri. Durata 5 ore compreso la pausa per il pranzo. Finiremo intorno alle ore 15.00
Appuntamento: Domenica 2 maggio 2021 ore 10.00 a Canepina in Piazza Garibaldi. Per il luogo preciso CLICCA QUI. Potete parcheggiare in Piazza Sandro Pertini. Per il luogo preciso CLICCA QUI.
Equipaggiamento: Abbigliamento sportivo, giacca impermeabile, scarponcini da trekking, acqua e pranzo al sacco. Utili i bastoncini.
Condizioni: Prenotazione obbligatoria alla quale si riceverà conferma sulla disponibilità.
La guida si riserva il diritto di annullare o modificare l’itinerario proposto a sua discrezione, per garantire la sicurezza in base alle condizioni del meteo, del sentiero e dei partecipanti.
Con la prenotazione i partecipanti dichiarano di avere la giusta preparazione per l’escursione.
Nota COVID
Ai sensi delle vigenti disposizioni per l’emergenza da COVID-19, per la partecipazione all’attività è OBBLIGATORIO che ciascun partecipante:
- sia dotato di propria mascherina protettiva;
- sia dotato di flaconcino di gel disinfettante non autoprodotto;
- mantenga rigorosamente la distanza interpersonale di 2 metri. La mascherina andrà indossata nei momenti in cui non sarà possibile rispettare tale distanza;
- è vietato scambiarsi oggetti di qualsiasi tipo (cibo, acqua ecc).
Quota individuale: €15,00 comprensiva di polizza professionale RC con massimale di €5.000.000 e accompagnamento degli asini.
I ragazzi fino a 16 anni pagano solo €8,00.
Informazioni e prenotazioni
M.Giulia 335 8034198 info@anticopresente.it www.anticopresente.it
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Le visite di maggio della guida turistica Claudia Moroni
“Riscopriamo Tarquinia e la Tuscia”, riprendono nei fine settimana di maggio le iniziative della guida turistica Claudia Moroni per conoscere la città e il suo territorio. “Turismo di prossimità è la parola d’ordine per la primavera e l’estate – evidenzia Claudia –. A Tarquinia e nella Tuscia natura, arte, archeologia, storia, cultura e tradizioni enogastronomiche sono sempre a portata di mano. Possiamo quindi vivere i luoghi vicino a casa, spesso raramente presi in considerazione quando si vuole fare una vacanza o una gita fuori porta. Viviamo in un territorio bellissimo e spesso non ce ne accorgiamo”.
Il 2 maggio visita alle tombe etrusche dipinte della necropoli di Monterozzi (ritrovo ore 10, all’ingresso della necropoli). L’8 e il 9 maggio sarà un fine settimana tra arte ed enogastronomia. Si partirà l’8 maggio con la “Strada dell’olio”, trekking urbano di circa 3 chilometri costeggiando la collina tarquiniese con visita al frantoio Olitar, per una sosta con sfiziosi assaggi, e ai principali monumenti del centro storico (partenza alle ore 17 da piazza Giacomo Matteotti). Il 9 maggio si andrà alla riscoperta dell’antico sistema di approvvigionamento idrico in uso bella città, dal medioevo all’età moderna, con “La via dell’acqua” (ritrovo alle ore 10 alla Barriera San Giusto).
Il 14 maggio sarà la volta de “Le torri e le porte di Corneto, il sistema difensivo” della cinta muraria che ancora oggi protegge il centro storico. La visita terminerà con una degustazione a piazza Duomo, a cura del DOT (ritrovo alle ore 17, a piazzale Europa).Il 15 e 16 maggio saranno protagonisti gli etruschi: il 15 maggio con la visita alle tombe dipinte della necropoli Monterozzi (ritrovo alle ore 15 all’ingresso della necropoli); il 16 maggio con “Vulci città d’Etruria”, sulle tracce e alla riscoperta di una delle città più ricche e potenti d’Etruria, con una passeggiata fino all’incantevole laghetto del Pellicone (ritrovo alle ore 9 alla Barriera San Giusto o alle ore 9.30 all’ingresso del parco di Vulci).
Il weekend del 21 e 22 maggio sarà dedicato al cuore più antico del centro storico di Tarquinia e all’archeologia: il 21 maggio con la passeggiata di circa 2 chilometri che toccherà la chiesa di Santa Maria in Castello, l’hotel e agriturismo Valle del Marta per una sosta dissetante, e il santuario della Madonna di Valverde (appuntamento alle ore 17 alla Barriera San Giusto); il 22 maggio con l’escursione di circa 5 chilometri “Dalle arcatelle al tempio”, tra le colline custodi dell’acquedotto settecentesco e dei resti del tempio etrusco dell’Ara della Regina (ritrovo alle ore 16,30 alla Barriera San Giusto o alle ore 17 all’arcatelle sull’Aurelia Bis).
L’ultimo fine settimana di maggio sarà incentrato sugli etruschi: il 28 maggio con la visita guidata a palazzo Vitelleschi, sede del Museo nazionale etrusco, (ritrovo alle ore 17 in piazza Cavour); il 29 maggio con “L’aristocrazia etrusca: dal tumulo del re e della regina alla tombe dipinte della necropoli di Monterozzi”, una camminata di circa tre chilometri nella campagna della collina di Tarquinia per ammirare e conoscere l’arte di questo antico popolo (ritrovo alle ore 16,30 all’ingresso della necropoli Monterozzi). Nel rispetto delle disposizioni anti-Covid è indispensabile, nel corso delle iniziative, indossare le mascherine e avere il gel disinfettante per le mani. Per le passeggiate e le escursioni sono consigliati abiti comodi, scarpe adatte e di portarsi dell’acqua. I posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione, chiamando al 347 692 0574 o scrivendo a claumor@hotmail.it.
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Sabato 1 maggio: Calcata, Opera Bosco: inaugurazione delle nuove istallazioni
Inaugurazione delle nuove istallazioni e dell’ampliamento del Bosco con il percorso che si sviluppa sul pianoro tufaceo Monticello che staglia nella Forra della Valle del Treja a Calcata.
Un sito di cui le tracce millenarie, dell’antica cultura degli abitanti di questi luoghi, trasportano nell’immaginario di scenari e architetture restituiti, metaforicamente, dalle istallazioni di arte nella natura.
Percorrere i sentieri di Opera Bosco significa anche immergersi in una ricca biodiversità che evoca le antiche foreste primordiali.
Programma
ore 11.00 accoglienza all’ingresso di Opera Bosco, Località Colle, Calcata (Vt)
ore 11.30 visita guidata al percorso delle istallazioni e sculture scolpite nelle pareti e massi di tufo, parte integrante del paesaggio
ore 13.00 degustazione/aperitivo con prodotti del biodistretto
È disponibile un’area di permanenza dove consumare il pranzo al sacco.
Prenotazione con pretesseramento entro le ore 11.00 di sabato 1 maggio; ingresso con tessera associativa: € 15,00; Ingresso riservato ai soci di Opera Bosco Museo di Arte nella Natura con tessera ritirata il giorno della manifestazione. Sono consigliate scarpe da trekking)
Qui tutto si ribalta; è l’arte che contestualizza la natura!
Opera Bosco Museo di Arte nella Natura nasce venti cinque anni fa dall’esigenza di generare una transizione ecologica nel mondo dell’arte contemporanea, evidenziando, con la forza dell’arte, l’imprescindibilità dell’ambiente naturale. L’artista fondatrice di Opera Bosco, Anne Demijttenaere, in collaborazione con Costantino Morosin e altri artisti, traccia il percorso e realizza un sistema di istallazioni di Arte nella Natura inaugurato e aperto al pubblico nel 1996. Una declinazione del movimento internazionale di Arte nella Natura che rivoluziona la percezione e il senso dell’arte.
Info e prenotazioni
WhatsApp: 328 276 9123
e-mail: operabosco@operabosco.eu
http://www.operabosco.eu/manifestazioni.php
Opera Bosco facebook: https://www.facebook.com/operabosco/?fref=ts
www.operabosco.eu
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Il Museo della Ceramica della Tuscia
Il Museo della Ceramica della Tuscia (Palazzo Brugiotti, via Cavour 67) ha ripreso la propria attività adottando i protocolli di sicurezza previsti dalla “zona gialla”. Gli orari di apertura sono i seguenti: lunedì e martedì, dalle ore 10 alle 13; dal mercoledì alla domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
È possibile visitare il Museo anche il sabato e la domenica con prenotazione da effettuarsi entro le ore 13 del venerdì inviando una mail a museoceramicatuscia@fondazionecarivit.it o telefonando al numero 0761.223674 durante gli orari di apertura del Museo.
Nella prenotazione è necessario indicare nome, cognome, numero di telefono, numero di persone e orario della visita.
Il museo sarà aperto anche il 1° Maggio.
Per tutte le informazioni su come raggiungere il Museo, sulle collezioni esposte e sui servizi offerti è possibile consultare il sito internet del Museo www.museodellaceramicadellatuscia.it.
Si ricorda che nel rispetto delle norme in materia di contenimento del contagio da Covid19, l’accesso al Museo è consentito a massimo 12 persone alla volta, è subordinato alla misurazione della temperatura con termoscanner e all’obbligo di indossare la mascherina.
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Sabato 1 maggio: Il Bosco del Sasseto e i musei di Acquapendente
Riaprono i musei nelle zone gialle secondo i protocolli di sicurezza già adottati prima dell’ultima chiusura. Apertura anche nel fine settimana, a condizione che l’ingresso sia stato prenotato on line o telefonicamente con almeno un giorno di anticipo. Sarà possibile scegliere il giorno e la fascia oraria preferita (mattina o pomeriggio), mentre l’orario preciso di visita verrà comunicato al momento della prenotazione.
Riprendono i servizi al pubblico con una grande novità: il biglietto UNICO ossia un tariffario nuovo e agevolato che offre tantissimi vantaggi ai visitatori. Ingresso al Bosco del Sasseto e accompagnamento lungo il sentiero per 2 ore circa, ingresso al Museo del fiore di Torre Alfina e al Museo della Città Civico e Diocesano di Acquapendente, ingresso gratuito alle mostre in corso nei Musei, utilizzo delle audio-guide per il Museo del fiore, sconti e agevolazioni per le attività didattiche e per i gruppi su prenotazione, ed infine iscrizione alla newsletter dedicata per ricevere aggiornamenti anticipati e sui nuovi programmi e sulle nuove attività.
I biglietti possono essere acquistati presso la biglietteria dei musei – Museo del fiore e Museo della Città Civico e Diocesano – o alla biglietteria del Bosco del Sasseto, previa prenotazione.
Per far sì che i visitatori possano rispettare tutte le normative di sicurezza, in pricinpal modo la distanza di almeno 1 metro, si prevede l'ingresso di massimo 10 persone in contemporanea all’interno dei musei e 25 all’interno del Bosco e sono stati programmati diversi turni di visita.
Il calendario delle aperture, potrebbe subire variazioni, invitiamo dunque i visitatori a verificare sempre date e orari di apertura sul sito www.laperegina.it e sui siti specifici dei Musei nonché sui canali social dedicati alle singole strutture.
Gli operatori della Coop L’Ape Regina restano comunque a disposizione per fornire utile assistenza e per rispondere alle domande all’indirizzo mail eventi@laperegina.it o al cellulare 388.8568841 (anche WhatsApp).
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(martedì 27 aprile 2021)
a cura dell'Ufficio relazioni con il pubblico; urp@provincia.vt.it